La liturgia racchiude la celebrazione della Pasqua nel tempo sacro dei cinquanta giorni: la solennità di Pentecoste porta a compimento il mistero pasquale. Questa Messa vespertina nella vigilia, calibrata sullo stile della Veglia pasquale, ci invita ad ascoltare la parola di Dio con cuore disponibile, oltre che sereno, e ci chiede di domandare al Signore, “mediatore e garante della perenne effusione dello Spirito”, di concedere alla sua Chiesa di “essere sempre fedele alla vocazione di popolo radunato dall’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, per manifestarsi al mondo come sacramento di santità e di comunione”.
Come nell’antica Alleanza Dio si è rivelato a Mosè nel fuoco, sulla santa montagna del Sinai, così nella nuova Alleanza Egli si è manifestato a Maria e agli apostoli nella fiamma dello Spirito, che “rinnova anche oggi nel cuore dei credenti i prodigi operati agli inizi della predicazione del Vangelo”. “Tornare alla Chiesa delle origini – avverte Papa Francesco – non significa guardare all’indietro per copiare il modello ecclesiale della prima comunità cristiana. Non possiamo saltare la storia, come se il Signore non avesse parlato e operato grandi cose anche nella vita della Chiesa dei secoli successivi. Non significa nemmeno essere troppo idealisti, immaginando che in quella comunità non ci fossero difficoltà (…). Piuttosto, tornare alle origini significa recuperare lo spirito della prima comunità cristiana, cioè ritornare al cuore e riscoprire il centro della fede: la relazione con Gesù e l’annuncio del suo Vangelo al mondo intero. E questo è l’essenziale!”.
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