Unitre Orvieto. Successo per la prima conferenza dedicata a san Francesco e la “Regola bollata”

Il prof. Barbabella ha contestualizzato la figura di san Francesco nell’epoca in cui è vissuto. Il vescovo Sigismondi ha invece messo in luce le direttrici entro le quali si è sviluppata la spiritualità del Santo che ha trovato nella Regola il suo codice riassuntivo

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La Regola che porta con sé l’impronta di Francesco

Premiato il grande impegno dell’Unitre di Orvieto e del suo presidente Riccardo Cambri profuso per organizzare la prima conferenza dedicata a san Francesco e, in particolare, alla “Regola bollata” approvata da Papa Onorio III nel 1223, che istituisce l’Ordine dei Frati Minori e di cui ricorrono ottocento anni.
Svoltosi lo scorso 5 ottobre nel gremito Auditorium Gioacchino Messina, l’incontro è stato, infatti, molto apprezzato dai partecipanti. E non poteva che essere così, considerato il calibro dei relatori intervenuti: mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Orvieto-Todi, e il prof. Franco Raimondo Barbabella, docente di Filosofia e Storia, scrittore e dirigente scolastico emerito.

Il prof. Barbabella ha contestualizzato la figura di Francesco nelle turbolenze del suo tempo, caratterizzato da corruzione (simonia, concubinato, commistione innaturale di potere religioso e civile), ingiustizie, miseria, malattie e sofferenze. È il quadro entro cui si sviluppano diverse sette ereticali, accomunate dalla richiesta di riforma della Chiesa, di cui la più pericolosa era quella dei Catari. Ad essa reagirono, in alleanza con la Chiesa, i due ordini mendicanti dei domenicani e dei francescani.
La Regola che istituisce l’ordine francescano – ha sottolineato Barbabella – è il punto di arrivo di un percorso tormentato, che ha inizio nel 1205, dinanzi al Crocifisso della chiesa di San Damiano. È da lì che Francesco, poco più che ventenne, inizia il cammino che lo porterà al distacco dal padre, a rifiutare la ricchezza e a sposare povertà e fratellanza come vita vissuta alla luce della Parola. Diverse tappe si susseguono, poi, fino all’approvazione della Regola. Successivamente, tra il 1224 e il 1225, proprio mentre è gravemente malato, scrive il suo inno alla gioia, il Cantico delle creature, che “esprime – ha detto – la visione esattamente
contraria a quella tragica, negatrice della vita e del senso del creato, propria del catarismo”.

Alle parole del professore hanno fatto seguito quelle di mons. Sigismondi, che ha messo in luce le direttrici entro le quali si è sviluppata tutta la spiritualità di Francesco e che ha trovato nella Regola bollata il suo codice riassuntivo. Si tratta della semplicità, dell’umiltà e
della libertà, quella “libertà che – come il Santo ci ha indicato – ha la sua sorgente nella verità e la sua foce nella carità”.
La Regola bollata, che si apre e si chiude con la clausola di vivere il Vangelo, in obbedienza al “Signor Papa”, porta – ha affermato il Vescovo – l’impronta di Francesco e il respiro della Chiesa universale, preoccupata dalla eresia dei Catari. Francesco concepisce questa regola come un testo sapienziale, che permette di capire “il limite da non oltrepassare se non si vuol vivere lontani dal Vangelo”.
Nello scriverla, ha trovato “l’equilibrio tra autorevolezza e affetto”. Quando vede i suoi frati deviare, lascia loro la Regola come unico binario possibile per non deragliare. C’è bisogno di coniugare affetto e disciplina, un monito molto importante anche per l’oggi, dove “si è
persa la ‘regola’ di dire dei no con la stessa dolcezza dei sì” e dove “gli strumenti della connessione non sono più quelli della relazione”.

Con questo incontro, l’Unitre ha avviato un percorso con cui celebrare il Santo, il cui esempio è sempre straordinariamente attuale, anche nei prossimi due anni, in cui ci saranno altrettante importanti ricorrenze centenarie.
Una programmazione che vede una Università non ferma all’età matura ma che cerca di dialogare con i più giovani. 65 gli studenti presenti, e sarebbero stati di più se la capienza della Sala lo avesse permesso. A breve, sarà, allora, realizzato un video per le classi che non hanno potuto prendervi parte.

Michela Massaro

(Articolo tratto dal settimanale regionale La Voce del 13 ottobre 2023)


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