Nella festa della dedicazione della nostra Cattedrale di Santa Maria Assunta la liturgia della Parola di questa Domenica ci invita ad attendere il giorno del Signore senza ansia e senza ignavia, ma come “figli della luce” (cf. 1Ts 5,1-6), simili sia alla “donna forte” di cui parla la prima lettura, le cui dita tengono il fuso e le cui palme si aprono al misero (cf. Pro 31,19-20), sia all’uomo giusto cantato dal Salmo 127, figura del “servo buono e fedele” della parabola dei talenti (cf. Mt 25,14-30). I discepoli devono affrettare nella speranza l’avvento del Signore senza limitarsi a custodire i doni ricevuti, ma cercando di esserne abili amministratori. Nell’ignoranza del giorno e dell’ora del ritorno glorioso del Signore, che giungerà improvviso “come il ladro di notte e come le doglie una donna incinta” (cf. 1Ts 5,2-3), occorre non solo essere prudenti, ma anche fecondi, perché “Dio non regala frutti, ma dona semi da piantare”.
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