Alla vigilia della XVI Assemblea generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovo, il 30 settembre e il 1° ottobre si sono di nuovo riuniti a Roma i referenti diocesani del Cammino sinodale per un primo confronto sulla fase sapienziale appena avviata.
A parlarci dell’importante tappa vissuta è Michela Boccali, referente diocesano del Cammino sinodale insieme a don Andrea Rossi.
“Di ritorno da Roma, dove in una due-giorni molto intensa ho partecipato ai lavori del Comitato nazionale del Cammino sinodale e all’Assemblea dei referenti diocesani, mi sento grata per tutto ciò che ho ascoltato e vissuto. Innanzitutto, mi porto a casa la convinzione che siamo parte di un processo ormai ben avviato e inarrestabile; un processo fatto di volti, mani, parole e gesti che ci aiutano sempre di più a ‘camminare insieme’ in modo assai concreto.
Provo a fare degli esempi.
Il Comitato nazionale del Cammino sinodale, creato quasi in sordina a novembre dello scorso anno, ha oggi un regolamento e si è articolato in commissioni. Chi ne fa parte? I referenti di ciascuna delle Regioni ecclesiastiche, per non perdere il contatto con i territori e le diocesi, e poi rappresentanti di aggregazioni, movimenti e ordini religiosi, nonché componenti designati dalla presidenza CEI e teologi. Insomma, il volto della Chiesa in tutte le sue sfaccettature. Le commissioni lavoreranno per un anno sui macro temi emersi nei due anni dedicati all’ascolto, così da poter esprimere le proprie proposte entro il 7 settembre 2024 e poi farle pervenire alla prima Assemblea sinodale nazionale e alla seconda sessione del Sinodo dei Vescovi. Altra importante novità, tutti i lavori si svolgeranno con il coinvolgimento degli strumenti e dei servizi della CEI, perché si devono evitare i percorsi paralleli, affrontando con gioia e creatività la fatica del camminare insieme.
L’Assemblea dei referenti diocesani ha visto la partecipazione di circa 150 persone, che si sono confrontate in 22 tavoli di lavoro nella mattinata di domenica 1° ottobre; nel tavolo cui ho partecipato è emersa chiaramente la consapevolezza che non siamo all’anno zero, tutti hanno lavorato e l’ascolto viene da tutti considerato un patrimonio, un tesoro da cui dobbiamo estrarre ‘cose nuove e cose antiche’ (cf. Mt 13, 44-52). Il focus più importante, su cui tutti lavoreranno, è il rinnovo degli organismi di partecipazione, con l’obiettivo di renderli luoghi e spazi di vera sinodalità e per creare delle buone pratiche. Anche se non in tutti territori è stato usato appieno il metodo della conversazione spirituale, del quale si ribadisce la forte positività, ora si tratta di farlo entrare nella vita ordinaria della Chiesa, poiché rende tutti, anche le persone assertive, più docili all’ascolto.
Sicuramente, il momento più coinvolgente e toccante è stata la Veglia ecumenica a San Pietro secondo lo stile di Taizé. ‘Together’, Insieme, il titolo, e Papa Francesco ci ha mostrato cosa intende veramente per ‘Insieme’, sedendosi come un fratello tra i fratelli con i capi delle altre Confessioni cristiane e invitandoci tutti ad amare, apprezzare e vivere il dono del silenzio che rende possibile la comunicazione fraterna. Personalmente, e non ero la sola, mi sono commossa fino alle lacrime nel vedere il Papa così fragile fisicamente (la voce si spezzava di tanto in tanto), eppure così forte e dolce, come se si rivolgesse personalmente a ciascuno dei 18mila partecipanti. Michela Boccali”.
(Nella foto l’Assemblea dei referenti diocesani: i tavoli di lavoro)