CRISI UMANITARIA IN UCRAINA E ACCOGLIENZE IN ITALIA – Aggiornamento interventi di Caritas

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La Caritas diocesana e la Delegazione Regionale hanno mantenuto costanti rapporti con Caritas Italiana per l’impegno e la vicinanza in Ucraina e nei Paesi limitrofi che sono coinvolti, e, soprattutto, per l’accoglienza nel territorio diocesano dei profughi in fuga dalla guerra.

Una delegazione di Caritas Italiana composta dal Direttore don Marco Pagniello, Laura Stopponi (capo Ufficio Europa) ed altri hanno visitato i luoghi di confine in Romania, Moldavia e Polonia per portare vicinanza alle Caritas sorelle e programmare gli interventi di supporto.

Sono principalmente 4 i filoni di intervento che Caritas Italiana sta seguendo:
1. coordinamento con il network europeo e internazionale, promozione, animazione e comunicazione in Italia;
2. supporto agli interventi umanitari in Ucraina;
3. supporto agli interventi umanitari nei paesi limitrofi;
4. collegamento e accompagnamento delle Caritas diocesane, informazione, monitoraggio e coordinamento per l’accoglienza degli ucraini in Italia, orientamento e finalizzazione delle molteplici proposte di iniziative, collaborazioni, donazioni, volontariato.

AGGIORNAMENTI PRATICI SULL’ACCOGLIENZA DIFFUSA

Il 22 marzo 2022, è entrato in vigore il decreto-legge n. 21 del 21 marzo 2022, recante “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina”. Il decreto, che dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni dalla pubblicazione, contiene una importante previsione sull’accoglienza diffusa dei cittadini ucraini all’art. 31, che anticipa che la Protezione Civile:

– potrà definire ulteriori forme di accoglienza diffusa rispetto al sistema dei Centri di prima accoglienza e dei CAS, da attuare “mediante i Comuni, gli enti del Terzo settore, i Centri di servizio per il volontariato, gli enti e le associazioni iscritte al registro di cui all’ articolo 42 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286 e gli enti religiosi civilmente riconosciuti”, fino a un massimo di 15.000 unità;

– potrà altresì definire ulteriori forme di sostentamento per l’assistenza delle persone titolari della protezione temporanea che abbiano trovato autonoma sistemazione, per la durata massima di 90 giorni dall’ingresso nel territorio nazionale con termine non oltre il 31 dicembre 2022 per un massimo di 60.000 unità.

Il decreto, dunque, senza ancora prevedere nel dettaglio né importi, né modalità di convenzione o contenuto delle stesse, anticipa che interverranno successive ordinanze della Protezione civile a disciplinare le diverse forme di accoglienza diffusa informale e di supporto individuale ai cittadini ucraini che abbiano trovato autonoma sistemazione presso parenti o amici.

Questo decreto-legge consente di venire incontro all’impegno delle Caritas diocesane di supportare anche percorsi di accompagnamento e supporto esterno a famiglie e privati che abbiano messo a disposizione alloggi e altri servizi essenziali all’accoglienza delle persone che arrivano dall’Ucraina.

In questa fase emergenziale, è stata manifestata e raccolta una grande disponibilità di cittadini ad accogliere fratelli e sorelle in fuga dall’Ucraina su tutto il territorio diocesano, che va certamente sostenuta e non mortificata, ma richiede tuttavia un attento discernimento sulle singole situazioni; soprattutto per la particolare condizione di vulnerabilità delle persone che arrivano, che potrebbe esporle al rischio di cadere in situazioni pericolose, ambigue e inaffidabili.

Caritas Italiana sconsiglia di indicare strutture che non consentano alle persone il rispetto della loro privacy e al contrario possano favorire promiscuità fra diversi beneficiari (es. case canoniche o altre strutture già utilizzate dal parroco o da altre persone). La scelta preferenziale nelle soluzioni alloggiative da mettere a disposizione da parte delle diocesi dovrebbe pertanto ricadere su appartamenti e piccole strutture non condivise con altre tipologie di ospiti, decorose e in grado di assicurare l’autonomia nella gestione degli spazi e dei tempi di vita.

Inoltre, nella giornata odierna, 25 marzo, tutti direttori Caritas dell’Umbria hanno partecipato all’incontro con la Protezione civile regionale, da cui è emerso quanto segue:
1) i rappresentanti Regione, Prefetture e Questure, oltre a prendere atto della nuova fase di accoglienza ucraina gestita e coordinata dalla Protezione Civile regionale, hanno sottolineato l’urgenza di un migliore monitoraggio delle accoglienze in ambito familiare senza il quale è impossibile programmare giuste strategie sociali;
2) è stata sottolineata l’importanza del volontariato in particolar modo della Caritas Umbra che attraverso la rete delle Parrocchie e dell’associazionismo può svolgere un lavoro capillare sul territorio di monitoraggio e prossimità;
3) è stata confermata da parte nostra, all’interno di una collaborazione come Caritas Umbra, l’esigenza di una convenzione propria per ogni Caritas diocesana con la Protezione civile all’interno della quale specificare le possibili strutture di prima accoglienza (no Covid) e di seconda accoglienza;
4) è stato richiesto un piano specifico per l’insegnamento della lingua e l’inserimento scolastico dei minori;
5) in ambito accoglienza abbiamo richiesto un piano specifico riguardo ai minori non accompagnati giunti nelle nostre strutture con adulti senza legami di parentela;
6) è stata confermata la nostra disponibilità come coordinamento emergenza ucraina a partecipare al tavolo di lavoro della Protezione civile in sinergia con le altre istituzioni e gli altri enti coinvolti.

Infine, ma non per ultimo, si crede utile ricordare lo stile dell’aiuto e della prossimità della Chiesa attraverso le Caritas.
Lo stile dell’intervento di Caritas è sempre quello di farsi prossima alle Chiese e alle popolazioni locali colpite dall’emergenza avviando in sinergia con le Caritas diocesane un cammino comune fatto di ascolto, discernimento, accompagnamento, superando la logica della sola azione umanitaria a comunità intese come mere destinatarie delle azioni realizzate. Tutto questo potendo contare su una rete già attiva in loco e di relazioni consolidate nel tempo che consentono capillarità e risposte costantemente adattate ai bisogni, in una prospettiva non solo emergenziale ma anche di medio e lungo termine. Altri due elementi portanti sono l’attenzione ai più vulnerabili e l’attenzione al valore pedagogico e all’animazione, coinvolgendo tutte le proposte di solidarietà delle realtà ecclesiali e non.

Per la Caritas diocesana

Don Marco Gasparri e Marcello Rinaldi


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