Dopo Folgaria e Foppolo, rispettivamente in Trentino e Lombardia, nel 2022 e Aprica in Lombardia lo scorso anno, il consueto campeggio diocesano ACG, compreso nella programmazione triennale dell’Azione Cattolica diocesana, ha scelto come meta prediletta la piemontese Artesina. Un territorio di confine, a cavallo tra Italia e Francia, che dal 27 luglio al 3 agosto ha visto arrivare ben 125 ragazzi tra i 14 ai 18 anni, una trentina di educatori, i 5 responsabili della cucina e 3 sacerdoti. L’organizzazione, opera dell’équipe diocesana di Azione Cattolica assieme agli animatori dei vari gruppi giovanili, ha permesso di trascorrere momenti di preghiera la mattina, con catechesi e riflessioni incentrate sui brani dell’Esodo, e di gioco nel pomeriggio, all’interno di un meccanismo in cui l’una alimenta l’altra. Ci sono state anche delle novità come il servizio alla mensa della Caritas di Mondovì, svolto ogni sera da un campione di animatori e animati selezionati casualmente, il saluto di alcuni membri dell’AC di Mondovì, curiosi di vedere una realtà lontana da loro eppure affine, e l’accoglienza di 7 ragazzi con disabilità varie della comunità Papa Giovanni XXIII, che dopo aver pranzato e partecipato ai giochi pomeridiani hanno testimoniato quanto da loro vissuto e realizzato per collettività delle zone circostanti.
In conclusione, nella penultima giornata, si è svolta la tradizionale passeggiata. 1000 metri di dislivello e 13 km percorsi sono bastati per conquistare la vetta del monte Mondolè, a quota 2300 metri. Un’esperienza stimolante, gioiosa seppur stancante, che all’inizio, quando sei a valle, può farti esitare a causa degli innumerevoli dubbi, ma che vengono sciolti man mano che si comincia a camminare. Gli stessi che possono poi tornare a metà strada, ma nulla possono con la bellezza che si può ammirare dalla cima. E da lassù, guardando i passi percorsi, non si può non dire: “Che meraviglia!”. Quello che spesso e volentieri ci si dice tra i sedili del pullman diretto verso casa.
di Francesco Santucci