Maria e Giuseppe, “pellegrini di speranza” al tempio di Gerusalemme, lungo la strada di ritorno a Nazaret, dopo una giornata di viaggio, si mettono a cercare Gesù, ormai dodicenne, tra i parenti e i conoscenti, ma si accorgono che non è nella comitiva (cf. Lc 2,41-52). Non trovandolo provano una grande angoscia, che li costringe a tornare indietro, con il cuore in gola ma senza salire sul “carro” dell’ansia. “Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava” (v. 46). Maria non si fa scrupolo a intervenire con mite fortezza, chiedendo: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo” (v. 48). Gesù, con disarmante semplicità, risponde: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (v. 49). Maria e Giuseppe – annota l’evangelista Luca – “non compresero ciò che aveva detto loro” (v. 50).
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