“Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,12-13). La metafora della “vite e dei tralci” custodisce questa perla preziosa, con la quale il Signore illumina i suoi discepoli, dicendo loro che l’amore più grande consiste nel dare la vita per i propri amici. Sarebbe lecito pensare che vi possa essere un amore ancora più grande, quello per i nemici, che il Signore stesso chiede di tenere stretti al cuore, benedicendoli. Sarebbe giusto ritenere che l’amore più grande sia quello riservato a coloro che ci schiaffeggiano, a cui è bene porgere l’altra guancia, e tuttavia Gesù assicura che l’amore più grande è quello per gli amici. In effetti, nel lessico dell’amore non c’è spazio per il termine nemico o per il termine schiavo, ma soltanto per le parole amico e fratello. Quando la linfa del Vangelo irrora il cuore non si hanno più nemici da cui difendersi o schiavi da cui farsi servire, ma soltanto amici da custodire e fratelli da incontrare.
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