“Credo la Chiesa”, nata dal costato aperto di Cristo, “sorgente inesauribile di grazia”, battezzata a Pasqua da un’inondazione di luce e confermata a Pentecoste alla presenza della Madre di Gesù. Sviluppando l’immagine paolina della “casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità” (1Tm 3,15), si potrebbe osare qualche idea “bizzarra” sulle sue caratteristiche di flessibilità e resistenza, proprie di un edificio antisismico costruito sulla roccia.
La Chiesa, “casa e scuola di comunione”, ha Dio Padre come “architetto e costruttore”, Cristo Gesù come “pietra d’angolo” e noi come “pietre vive” (cf. 1Pt 2,4-6), cementate dalla “malta” dello Spirito santo. È una casa edificata su 12 colonne, “sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti” (cf. Ef 2,20-22). Si configura come “tempio spirituale”, che non ha le dimensioni della torre di Babele (cf. Gen 11,1-9), ma si sviluppa su 3 livelli, uno per ogni virtù teologale: al pianterreno la carità, la fede al primo piano e la speranza al secondo. Vi sono 4 rampe di scale, tante quante sono le sue “note”: “una, santa, cattolica e apostolica”; ciascuna di tali rampe ha 10 gradini, corrispondenti ai comandamenti, le 10 parole consegnate a Mosè sul Sinai (cf. Es 20,1-17).
La casa della Chiesa conta 48 finestre e 2 lucernari, per un totale di 50, simbolo della pienezza della gioia pasquale. È una casa che ha 7 grandi sale, una per ogni sacramento: 3 al pianterreno, che funge da atrio, per il Battesimo, la Penitenza e l’Unzione degli infermi; 3 al primo piano, per la Confermazione, l’Ordine e il Matrimonio; una stanza “al piano superiore” (cf. At 1,13) di 153 mq – la quantità di pesci presi dai discepoli dopo la Pasqua (cf. Gv 21,1-14) –, con 2 lucernari, riservata alla “frazione del Pane”, l’Eucaristia, che racchiude “tutto il bene spirituale della Chiesa”.
È una casa che ha 99 camere e una suite per la “pecora smarrita”, per un totale di 100 posti letto; nelle circostanze attuali molte di esse sono vuote, riservate alle pecore “diversamente smarrite”. La casa della Chiesa ha 8 balconi, intitolati alle beatitudini (cf. Mt 5,1-12), e un cortile in cui sono collocate 7 anfore, simbolo dei doni dello Spirito santo, capaci di contenere 30 kg, il peso della mirra portata da Nicodemo per preparare la sepoltura di Gesù (cf. Gv 19,39). La porta principale della casa della Chiesa che guarda a Oriente ha inciso sull’architrave l’Agnello immolato e sui due stipiti, da una parte, il numero della “moltitudine immensa” dei santi, stimati in 144.000 (cf. Ap 7, 4-10), e dall’altra il “numero civico” della Gerusalemme celeste: 70 volte 7 (cf. Mt 18,21-22). Esso, peraltro, è la “combinazione” delle chiavi del Regno dei cieli, consegnate a Pietro (cf. Mt 16,19).
La casa di Dio che è la Chiesa è una “miniatura” del Cenacolo: ha come modello la “casa di Betania” (cf. Gv 12,1-11), la tavola di Emmaus (cf. Lc 24,30) e l’abitazione di Aquila e Priscilla, a Corinto (cf. At 18,1-11), ove Paolo sperimenta che “la fede si trasmette nella forma del contatto, da persona a persona, come una fiamma si accende da un’altra fiamma” (Lumen fidei, 37).
+ Gualtiero Sigismondi