Per non perdersi nel deserto della quotidianità

Le testimonianze del campo lavoro per i giovani di San Venanzo a Spagliagrano

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Dal 5 all’8 settembre si è svolto, presso la casa diocesana di Spagliagrano, un campo lavoro di primo annuncio rivolto in particolare ai giovani della parrocchia di San Venanzo.

“È stata la mia prima esperienza, e prima di partire ero un po’ diffidente – racconta Julian Cuccio, uno degli animatori. Pensavo che, essendo ormai pochi i giovani in chiesa, la catechesi usasse un metodo inadatto. I ragazzi hanno apprezzato molto il programma e hanno dimostrato una grande maturità e apertura mentale. Abbiamo seguito l’esempio dei benedettini: “ora et labora”. La mattina si lavorava, e questo incrementava il senso di cooperazione tra tutti. Il pomeriggio invece era orientato su testimonianze, catechesi e preghiera. Tutti i ragazzi hanno avuto modo di dire la propria e sono stati partecipi, seri e rispettosi durante le preghiere e la messa.

Hanno rivolto molte domande sulla Fede ai catechisti e ai sacerdoti presenti, e sono stati soddisfatti dalle risposte. Mi ha rinvigorito vedere dei giovani cattolici interessarsi della loro Fede e ricevere Cristo nella Confessione e nell’Eucaristia. Ho avuto il piacere di incontrare animatori gentili e preparati, sacerdoti buoni e autorevoli e i partecipanti più giovani sono veramenterimasti nel cuore, ognuno di loro. È stato veramenteilluminante e rigenerante, ringrazio Dio e i responsabiliper questa splendida occasione!”.

“Per quello che ho potuto vedere i ragazzi si sono divertiti davvero tanto: le attività lavorative al mattino sono state un mezzo per socializzare – spiega Stefano Romano , un altro animatore. Il pranzo è stato il momento conviviale per eccellenza, dove le nostre cuoche hanno dato il massimo e l’apprezzamento è stato sentito. Al pomeriggio abbiamo avuto modo di vivere le catechesi, che hanno centrato i punti fondamentali della nostra fede: le domande esistenziali, l’incarnazione, passione e morte di nostro Signore Gesù Cristo, la risurrezione e il come vivere la gioia nel quotidiano, per non lasciare che un’esperienza bella come questa possa perdersi nel deserto della quotidianità senza di Lui. In gruppi, ogni volta avevamo modo di riflettere sulle parole che ci venivano donate e i ragazzi, dopo aver rotto il ghiaccio il primo giorno, sono stati in grado di aprirsi, mostrando di aver compreso ciò che gli era stato detto e rivivendo sotto una luce nuova le loro esperienze. Nel mio gruppo in particolare ci siamo a lungo soffermati sul tema del perdono. Oltre a parlare di risurrezione, abbiamo avuto modo di viverla a pieno con il sacramento della Confessione, ricevuto durante il momento di adorazione eucaristica. Le serate sono state invece vissute con momenti di testimonianza, di confronto a partire da domande personali e infine appunto con l’adorazione e la festa.

“È stato un momento ricco di amore – conclude Paola Ienco, che ha contribuito all’organizzazione dell’iniziativa -, un amore che alla fine dei giorni ci ha accomunati, facendoci sentire veramente fratelli e sorelle. Sono state giornate di lavoro, preghiere e riflessione dove abbiamo assaporato la bellezza della parola di Dio, insieme”.