La Veglia dei giovani con il Vescovo in preparazione al Natale

“Imparate il vocabolario dei Magi”

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Prostrarsi, aprire e adorare sono state le tre parole centrali di questo passo importante del nostro cammino di Avvento di domenica scorsa, e anche le tre principali del commento di mons. Sigismondi al Vangelo che ci ha offerto l’icona di tale incontro con i giovani della diocesi: quella dei Magi.
Tre sono anche i momenti in cui possiamo suddividere la storia che ci viene raccontata dal Vangelo di Matteo: il primo è quello della curiosità, della motivazione che spinge i tre personaggi a mettersi in
cammino.
“I Magi – ha detto mons. Gualtiero – si muovono con una intenzione precisa: per adorare”. Il secondo è quello della gioia data dall’incontro, ma anche dello stupore: cercavano un re, hanno trovato un bambino avvolto in fasce in una mangiatoia.
“Lo stupore è il segno di un cuore che sa aprirsi, e quindi può offrire. I Magi sono gli uomini della meraviglia, perché dalla meraviglia della stella si sono messi in cammino, e quella meraviglia è stata per loro fonte di grazia”.
Il terzo momento è quello del ritorno al proprio paese per un’altra strada, perché l’incontro con il Signore cambia la vita, “perché quando il Signore ci rinnova non si può percorrere a ritroso la stessa strada, Lui apre sempre strade nuove”.
Analogamente, la veglia ha avuto tre momenti distinti. Il primo, quello della provocazione, dell’inquietudine. I ragazzi si sono trovati ad interrogarsi sul proprio cammino di vita e di fede: cosa cerchi? Dove stai andando? Cosa stai aspettando? Come orienti i tuoi passi? Che futuro vedi per te? Che voci stai ascoltando? Quale tempo stai vivendo? Quali sono le stelle che segui? Sei padrone delle tue scelte? Cosa ti manca per essere felice?
Il secondo, l’adorazione e la meditazione. Davanti al Signore ti metti in cammino e cerchi le risposte alle domande che la vita ti pone.
Il terzo, infine, la gioia data dall’incontro e il ritorno per un’altra strada.
Prostrarsi, aprire e offrire sono i tre gesti che caratterizzano l’incontro di questi personaggi, di cui ci viene detto molto poco, con il re dei Giudei che è nato e da cui li ha portati la stella: una volta arrivati, si prostrano, aprono i loro scrigni e offrono i loro doni. Tre gesti che sono anche ripetuti nel rito dell’adorazione.
E questo è il vocabolario dei Magi che dovremmo fare nostro per la vita di tutti i giorni: “per offrire bisogna aprire, per aprire bisogna prostrarsi. Per offrire qualcosa, per offrire noi stessi, bisogna aprire il cuore, e per aprire il cuore bisogna imparare a prostrarsi davanti al Signore”.
Tre, infine, sono state anche le parole che il Vescovo ha affidato ai giovani nel corso della veglia: “Lasciatevi guidare dal satellitare del Vangelo, che trova pienamente campo dentro alla Chiesa” e, poi, “imparate il vocabolario dei Magi, imparate a prostrarvi, a fare silenzio; non c’è maestro più importante del silenzio per imparare ad aprire il cuore, perché aprendo il cuore fioriranno i doni più belli”; “lasciatevi progettare dal Signore, mettete la vostra vita nelle Sue mani e chiedetegli di intuire qual è la strada per la quale dovete andare”.

Articolo a cura di Andrea Rossi, studente universitario, membro di A.C.

(Tratto da La Voce del 24/12/2021)