Bolsena: l’omelia del vescovo Gualtiero per le esequie di don Filippo Gentili, celebrate nella Basilica di Santa Cristina

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Fratelli e sorelle carissimi, quando muore un prete viene a mancare un pezzo unico non sostituibile e non ricambiabile. Come si fa a sostituire e ricambiare don Filippo Gentili, che il Signore ha chiamato a sé ai primi vespri della Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, vigilia del suo LX anniversario di ordinazione sacerdotale? Don Filippo, che nella “corona” del Presbiterio diocesano è stato un “diamante”, ha celebrato il “giubileo di diamante” salendo all’Altare del Cielo.

Le letture proclamate sono quelle proposte dalla liturgia nella solennità del Sacro Cuore di Gesù, “sorgente inesauribile” delle grandi opere dell’amore di Dio, “riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo” (Rm 5,5b). “Ferito dai nostri peccati”, il Cuore di Cristo, buon Pastore, non regge agli occhi, impegnati a cercare la pecora smarrita; è un Cuore a cui le gambe non resistono per raggiungerla e le spalle non bastano per riportarla all’ovile. Quanto questo sia vero lo abbiamo inteso sia nella parabola narrata da Gesù agli scribi e ai farisei (cf. Lc 15,3-7), sia nella prima lettura che coniuga, anzi, declina le azioni di Dio, Pastore del suo popolo (cf. Ez 34,11-16). “Cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna, le radunerò e le condurrò in ottime pasture, le farò pascolare e le farò riposare, andrò in cerca della pecora perduta, ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita, curerò quella malata e avrò cura della grassa”. La coniugazione dei verbi al futuro non indica un impegno da assumere, ma un coinvolgimento che non conosce limiti di tempo.

Per il testo completo dell’omelia clicca qui.