Mons. Sigismondi ai cresimandi, riuniti al ritiro diocesano, ha parlato della Casa di Dio, ‘osando’ qualche idea ‘bizzarra’ sulle sue caratteristiche

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Un’omelia vibrante ed illuminante è stata tenuta dal Vescovo, nella S. Messa che ha concluso il primo ritiro diocesano per i cresimandi, svoltosi martedì 2 aprile ad Orvieto, con un numero davvero elevato di partecipanti. E proprio intorno ad alcuni numeri sono ruotate le parole con cui Mons. Gualtiero ha parlato ai ragazzi della Chiesa; lo ha fatto ‘osando’ qualche “idea ‘bizzarra’ – come da lui affermato – sulle sue caratteristiche di flessibilità e resistenza, proprie di un edificio antisismico costruito sulla roccia”, nello sviluppare “l’immagine paolina della ‘casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità’ (1Tm 3,15)”.
Dopo aver detto quando è nata, stata battezzata e cresimata la Chiesa, ha ricordato ai giovanissimi e a tutti i presenti chi ne è l’architetto (Dio Padre), chi la “pietra angolare” (Cristo) e chi le “pietre vive” (“noi”), cementate dallo Spirito Santo. Edificata su 12 colonne (che indicano gli apostoli), è un “tempio spirituale” che si sviluppa su 3 piani (uno per ogni virtù teologale: al pianterreno la Carità, al primo piano la Fede, al secondo la Speranza).
È una casa che ha 4 rampe di scale (“tante quante sono le sue ‘note’: ‘una, santa, cattolica e apostolica'”), ognuna della quali ha 10 gradini (corrispondenti ai comandamenti). Conta, poi, 48 finestre e 2 lucernari (50 è il simbolo della pienezza della gioia pasquale) ed ha 7 grandi sale (una per ogni sacramento), di cui 3 al pianterreno, 3 al primo piano e 1, ove vi sono i 2 lucernari, al piano superiore; quest’ultima è riservata all’Eucarestia, che racchiude “tutto il bene spirituale della Chiesa”. Ha 99 camere e 1 suite per la “pecora smarrita”, 8 balconi (intitolati alle beatitudini) e un cortile in cui sono collocate 7 anfore, simbolo dei doni dello Spirito.
“La porta principale della casa della Chiesa che guarda a Oriente – ha aggiunto, avviandosi a conclusione – ha inciso sull’architrave l’Agnello immolato e sui due stipiti, da una parte, il numero della ‘moltitudine immensa’ dei santi, stimati in 144.000 (cf. Ap 7, 4-10), e dall’altra il ‘numero civico’ della Gerusalemme celeste: 70 volte 7“, che è anche la “combinazione” delle chiavi del Regno dei cieli, affidate a Pietro.
Il Signore ci invita a gustare la Misericordia del Padre; dobbiamo, quindi, imparare a perdonare 70 volte 7: solo così, conosceremo la combinazione che apre la porta del Regno dei Cieli e che ci fa sentire a nostro agio nella casa di Dio.