“La Lunga Notte delle Chiese”

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Quella di venerdì 5 giugno 2020 per tantissimi luoghi di culto italiani sarà “LA LUNGA NOTTE DELLE CHIESE”. Il tema, quest’anno, sarà la BELLEZZA ovvero “Da quale BELLEZZA mi lascio ferire?” La Diocesi di Orvieto-Todi prima della pandemia desiderava partecipare all’iniziativa con visite guidate e piccoli intrattenimenti musicali presso l’Oratorio della Misericordia e in un altro edificio ecclesiastico della città di Orvieto, grazie a don Luca Conticelli, responsabile dell’evento e alla collaborazione dell’ufficio BCE della Diocesi. Per non creare assembramenti al momento si è ritenuto opportuno, spostare l’evento a data da destinarsi, e caricare nel sito un piccolo concerto eseguito in Oratorio nel mese di Dicembre.

L’Oratorio della Misericordia fa parte di un complesso, costituito da diversi ambienti, di proprietà della Confraternita della Misericordia di San Giovanni Battista Decollato, la quale fu istituita il 14 febbraio 1556, sotto la protezione di S. Giovanni Battista. La Confraternita Orvietana, accanto all’assistenza ai condannati a morte e ai carcerati (confratelli denominati confortatori), aveva come missione anche il trasporto degli infermi, la raccolta delle elemosine, la sepoltura degli indigenti e il conferimento delle doti a fanciulle povere della città. Papa Gregorio XIII nel 1573, concedeva alla Compagnia di Orvieto di liberare un condannato a morte nel giorno della festa di San Giovanni Battista decollato (29 agosto) e un condannato alla prigione nel giorno del Venerdì Santo. Le attività della confraternita erano regolamentate da uno statuto, redatto il 12 maggio del 1559.

La facciata presenta un elegante portale del XVI secolo in basalto. Al centro dell’architrave è scolpita, a bassorilievo, la testa del Battista deposta su un vassoio. L’interno dell’Oratorio è a pianta rettangolare con volte a botte, presenta un arredamento in legno dipinto, datato 1566, costituito da stalli decorati da grottesche vegetali e animali (restauro -novembre 2019). Nel 1649 venne realizzato un nuovo altare in legno scolpito (restauro e ricollocazione- marzo 2019), intagliato e dorato, dove al centro si conserva un dipinto su tela raffigurante una pietà (sec XVII) (recentemente restaurata), replica del quadro di Annibale Carracci, il quale è conservato al Louvre, proveniente da San Francesco a Ripa in Roma. Nel 1664 viene affrescata la volta, mentre nelle pareti laterali si snoda un ciclo di affreschi con le “Storie di San Giovanni Battista” firmato e datato “Salvi Castellucci Aretino 1666”.

In fondo alla parete di sinistra si trova un pulpito in legno, datato 1675, sorretto da un bellissimo angelo, corredato da tre formelle in legno scolpito con episodi della vita di San Giovanni Battista, di epoca anteriore.

In questo piccolo scrigno di BELLEZZA, arte e fede si sposano bene, due realtà che non sono estranee ma si raccordano insieme in quanto attraverso l’arte possiamo trovare la sua forma espressiva più alta proprio nella lealtà della fede. Si coniugano bene arte e fede, perché attraverso questo strumento traducono insieme qualcosa di più alto, che desta interesse per la vera natura e lettura del bene, per il recupero non solo sul piano storico-temporale, ma per poter capire cosa ha generato quest’arte, cosa rappresenta e di chi è figlia.

Queste raffigurazione e opere, sono nate come grandi catechesi, non solo esposizione di linee, colori e forme, ma in vista di una funzione di un annuncio più grande.

Oggi, noi possiamo dare forma con percorsi e spiegazioni grazie a quelle manifestazioni che si sono avute in passato.