Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria 2022 – Omelia

Nel “meriggio” dell’estate cade la solennità dell’Assunta, la più antica celebrazione in onore della Beata Vergine Maria, “una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle” (Ap 12,1). Si tratta di un appuntamento molto caro al popolo cristiano, in particolare a quello orvietano, che ha intitolato il Duomo a Colei che il Signore ha esaltato quale Regina dell’universo. È una festa che invita a invocare Maria come “primizia della Chiesa celeste” e a considerare il termine ultimo della nostra avventura terrena, elevata verso mete che stanno ben oltre ogni umana attesa.

La solennità dell’Assunzione al cielo della Beata Vergine Maria è tra le più antiche testimonianze liturgiche e accomuna, con sfumature differenti, l’Oriente e l’Occidente. Il dogma dell’Assunzione – proclamato il 1° novembre 1950 da Pio XII, appoggiandosi alle colonne della Tradizione, i Padri e la Liturgia – lo scrive con foglia d’oro l’icona bizantina della Dormitio Virginis. In essa Gesù, attorniato dagli apostoli che vegliano il corpo esanime della Madre sua, tiene in braccio l’anima di Maria avvolta in fasce. La cura delicata che Egli ha per sua Madre, mostra il commovente sovvertimento dei ruoli tra le generazioni: quando i genitori diventano anziani e fragili tocca ai figli ricambiare le premure ricevute, trattando con rispetto il loro corpo e i loro sentimenti. Nell’icona della Dormitio Virginis, Gesù solleva Maria all’altezza del suo cuore “mite e umile”, “fornace ardente” dell’amore di Dio, misericordioso e ineffabile.

La Vergine Maria, al termine del suo pellegrinaggio terreno, entra in cielo con il suo corpo glorificato, nella totalità del suo essere, sfuggendo alla legge della corruzione del sepolcro. A Lei viene riservato questo inestimabile dono perché ha generato nella natura umana il Figlio di Dio. Con Lui risorto anche la Madre sua regna gloriosa; quale primo e più eccelso capolavoro della redenzione Ella ha meritato di raggiungere e di vedere “un cielo nuovo e una terra nuova” (cf. Ap 21,1). Era necessario – attesta unanime la Tradizione – che le sue membra verginali, da cui trasse umana origine il Figlio eterno di Dio, non conoscessero l’odore acre del sepolcro. Ed è cosa buona e giusta che, come Lei stessa ha profeticamente annunciato, tutte le generazioni la proclamino beata (cf. Lc 1,48). Maria risplende come “speranza e aurora di salvezza al mondo intero”, come “segno più alto e grandioso della sconfitta del male e della vittoria di Dio”. Nella Madre del Salvatore – preservata dal peccato originale nell’istante stesso del suo primo palpito di vita e liberata dalle fauci della morte – si è compiuta questa parola di Gesù: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25).

“L’assunzione corporea di Maria al cielo – osservava il card. Giacomo Biffi – è la dolce conferma di questa certezza necessaria e bellissima: l’uomo nasce sulla terra, ma non finisce nella terra. Noi abbiamo bisogno di questa speranza, senza la quale è impossibile vivere da creature ragionevoli e in pace. Questa nostra vita provvisoria ci è data per disporci efficacemente alla vita eterna del Regno e per aiutare i nostri fratelli, anche i più dubbiosi e smarriti, a credere nell’amore del Signore che li vuole tutti salvi e al sicuro per sempre nella sua casa. La Madonna, glorificata anche nelle sue membra corporee, ci mostra con materna sollecitudine che il suo traguardo di luce e di gioia sarà un giorno anche il nostro. E così ci dà il coraggio di superare le nostre difficoltà quotidiane e le nostre immancabili tristezze di quaggiù”.

Fratelli e sorelle carissimi, noi oggi guardiamo all’Assunta per ammirare la sua bellezza e per riconoscere la sublimità della sua sorte: raggiunta, salvata e rinnovata dalla redenzione di Cristo. Alla luce dell’Assunta, “segno di consolazione e di sicura speranza”, ci è concesso di placare le inquietudini del nostro vivere e di mitigare le angosce sul nostro morire. Assunta al cielo, la Madre di Dio non si è allontanata dalla terra, ma resta con noi, assicurandoci il suo soccorso, la sua protezione, la sua inesauribile capacità di consolare tutti noi, suoi figli. Santa Maria, “donna raggiante di luce”, “sostienici fra le prove della vita e liberaci dai mali che ci sovrastano”. Vergine Madre, “mistica aurora della redenzione”, ottienici di vivere in questo mondo sempre orientati ai beni eterni. Avvocata di grazia, “splendente di salvezza”, “rendici discepoli del Figlio tuo, crocifisso e risorto, e mantieni compatta la Sua Chiesa”.