Stemma ecclesiastico
di S.E. Mons. GUALTIERO SIGISMONDI
 

 

Blasonatura

“Di rosso alla colonna d’argento sormontata dal libro della Sacra Scrittura, attraversati da una banda d’azzurro caricata di tre stelle auree a otto punte”.

Interpretazione

Il motto Ecclesiam Suam diligere trova la sua traduzione visiva nella simbologia ecclesiale e mariana dello stemma. Traendo spunto dalla letteratura paolina, lo stemma intende mettere a fuoco il fatto che la “casa di Dio”, la Chiesa, fondata sulla roccia della tradizione apostolica e avendo Cristo come “pietra angolare” (cf. Ef 2,20), si configura come “colonna e sostegno della verità” (cf. 1Tm 3,15). E tuttavia, pur essendo sostegno della verità, la Chiesa è soggetta alla Parola: “non supra Verbum Dei est, sed eidem ministrat” (Dei Verbum, 10).
La banda, attraversando la colonna, tocca tangenzialmente il Libro della Parola, che “avvolge e custodisce il ministero del vescovo” (Pastores Gregis, 28); le tre stelle sono il simbolo iconografico della Madre di Dio, Madre della Chiesa. La banda sfiora la Scrittura come il lembo di un manto, per significare che la Vergine Maria vive della Parola, serba nel suo cuore le parole che le vengono da Dio (cf. Lc 2,19) e, congiungendole come in un mosaico, impara a comprenderle nello spazio del suo Fiat, che è l’antifona del Magnificat.
Lo stemma ribadisce anche nel cromatismo il suo messaggio. Seguendo l’iconografia classica, la Madonna delle Grazie effigiata nella Cattedrale di San Lorenzo in Perugia è vestita di rosso e ammantata di azzurro, a raffigurare l’umanità adombrata dalla divinità. L’argento della colonna simboleggia la luce riflessa: la Chiesa infatti, come la luna, brilla della luce di Cristo, “sole di giustizia”, indicato dall’oro delle tre stelle. Le loro otto punte richiamano la resurrezione di Cristo, alfa e omega, e per traslato l’assunzione di Maria, “mistica aurora della redenzione”.