Le comunità della Unità pastorale Beate Angelina e Vanna, domenica 9 gennaio, hanno accolto il nuovo parroco Don Jerry Kelly

A Fabro Scalo l’ingresso del nuovo parroco

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E’ stato un giorno di grande festa quello vissuto domenica 9 gennaio dai fedeli delle parrocchie di Fabro, Fabro Scalo, Ficulle e Montegabbione – che compongono con Parrano (guidata da don Mario Cecci, classe 1929) l’Unità pastorale delle Beate Angelina e Vanna – per l’arrivo di don Jeremiah Joseph Kelly, nominato parroco in solidum moderatore.
Ad accompagnarlo c’era mons. Gualtiero Sigismondi, che ha presieduto a Fabro Scalo la solenne celebrazione in cui lo ha presentato alle comunità e dato inizio al suo servizio pastorale.
Don Jerry è un presbitero diocesano ordinato ad Orvieto nel 2005, ed è membro dell’associazione pubblica di fedeli clericale Opera Santa Maria della Luce. Nel nuovo impegno, oltre ad essere sostenuto da questa sua comunità, sarà coadiuvato da don Piero Brancaccia (parroco in solidum), don Augustin Shako Yodi (vicario domenicale) due diaconi, Carlo Andreoli e Paolo Persiani, e dai parrocchiani per i quali si realizza così il “grande desiderio – come ha ricordato mons. Gualtiero – di avere il parroco”.
Lo stesso Vescovo, oltre ad assicurare che ciò, frutto di discernimento, è opera di Dio a cui va grande gratitudine, ha anche spiegato che si tratta del primo passo di un processo in cui don Jerry ha il compito di dirigere, di guidare i vari servizi. Un compito tanto delicato quanto importante, e particolarmente impegnativo in questa stagione ecclesiale anche per la carenza di preti. Ha inoltre sottolineato la saggezza e le capacità del sacerdote, manifestate anche nel servizio svolto in diocesi come cancelliere, grazie alle quali saprà individuare gradualmente la strada giusta.
E poi l’augurio che il Signore gli conceda la grazia di tradurre, nell’esercizio del suo ministero, quattro verbi che – risuonati nelle letture proclamate – ha ben sviscerato nella omelia: preparare, indicare, consolare e portare. Ogni prete deve “preparare la via del Signore, annunciando la conversione” e indicare “Cristo presente nella sua Chiesa”, come ha fatto Giovanni Battista, nella consapevolezza che “il Signore deve crescere e noi diminuire, e non fare la minima ombra a quella luce gentile che Egli è”.
Il terzo compito di ogni ministro ordinato, ricordato dal profeta Isaia nella prima lettura, è quello di consolare, cioè “portare la luce di Cristo ai fratelli, in qualsiasi situazione si trovino”.
Infine, ogni Pastore “deve portare il gregge che gli è affidato”, prima nel petto, nel cuore e poi sulle spalle, altrimenti il peso non sarebbe sostenibile. Se necessario, poi, è chiamato a rallentare il passo, senza però cambiare direzione, in modo che tutto il gregge possa camminare verso Cristo.
Un particolare ringraziamento non può non essere rivolto a don Marco Gasparri, che per diverso tempo è stato moderatore di questa Up, pur guidando diverse parrocchie di un’altra zona della diocesi.

(Articolo a cura di Michela Massaro, pubblicato nel settimanale regionale La Voce del 14/01/2002)