Inizio del ministero pastorale del Vescovo Gualtiero

Orvieto, 28 giugno 2020 - Foto di F. Campagnani, L. Manni e M. Roncella

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

 

La Chiesa di Orvieto-Todi nel pomeriggio di domenica 28 giugno, vigilia della Solennità dei Santi Pietro e Paolo, ha accolto il nuovo pastore mons. Gualtiero Sigismondi che, come è stato reso noto poche ore prima, rimarrà anche Amministratore Apostolico della Diocesi di Foligno, di cui è stato vescovo a partire dal 2008.

Giungendo da Foligno il vescovo Sigismondi, accompagnato dai suoi familiari, ha varcato i confini della diocesi nel territorio di Deruta, tra le frazioni di Casalina e Ripabianca, quest’ultima prima località diocesana incontrata nel viaggio che lo ha condotto verso Orvieto. L’ultimo vescovo ad essere stato qui accolto fu mons. Antonio Fustella, proveniente da Milano, il 20 agosto 1960. Ad attenderlo don Andrea Rossi e don Lorenzo Romagna per un breve, informale, ma significativo momento di preghiera e benedizione, nel momento del suo concreto arrivo nel territorio diocesano.

Da qui il viaggio è proseguito fino ad Orvieto Scalo dove ad attenderlo c’era il Vicario generale don Stefano Puri e quindi a Ponte del Sole, il luogo in cui, nel 1263, papa Urbano IV andò incontro al vescovo Giacomo che recava con sé le reliquie del miracolo eucaristico di Bolsena, evento a seguito del quale venne estesa a tutta la cristianità la festa del Corpus Domini e si iniziò la costruzione della splendida Basilica Cattedrale di Orvieto, vero scrigno di arte e di fede. A Ponte del Sole il vescovo ha ricevuto il saluto di una rappresentanza della diocesi e della locale parrocchia.

Scortato dalla Polizia Stradale, mons. Sigismondi è quindi giunto sul sagrato della Cattedrale, dove è stato accolto da mons. Benedetto Tuzia, dal sindaco di Orvieto Roberta Tardani, e ha indirizzato un messaggio di saluto alle autorità presenti. Dopo il bacio del crocifisso, accompagnato dai canonici, dai vescovi umbri presenti e dai cardinali Gualtiero Bassetti e Ennio Antonelli, è entrato processionalmente nella Cattedrale, giungendo nella Cappella del Corporale per un momento di adorazione e preghiera.

All’inizio della celebrazione eucaristica mons. Tuzia, prima del formale passaggio delle consegne, si è soffermato brevemente sulla diocesi e sul legame con il suo pastore. “Questa è ora la tua casa – rivolgendosi a mons. Sigismondi – di cui sei padre, custode e maestro. Trovi una chiesa che nonostante i limiti e le fragilità è una chiesa viva, pronta a seguirti lasciandosi rinnovare dalla parola di Dio e dalle esigenze più vere di questo nostro tempo e territorio”. Nel proseguire, ha fatto riferimento alle due perle incastonate nella diocesi, preziose per tutta la Chiesa universale: l’Eucarestia e la Misericordia, rappresentate da Bolsena, nell’orvietano, e da Collevalenza, nel tuderte, “i due polmoni spirituali” della Chiesa di Orvieto-Todi.

La lettura della bolla di nomina da parte del Cancelliere diocesano don Jeremiah Joseph Kelly, la firma dei relativi documenti e la consegna del pastorale, hanno sancito formalmente il passaggio di testimone tra i due vescovi, con l’inizio del ministero pastorale in diocesi di mons. Gualtiero Sigismondi.

“Con il mandato del Papa, cui rinnovo fedele obbedienza, inizio il mio ministero pastorale, ben sapendo che l’autorità episcopale non è a beneficio di chi la esercita ma a vantaggio di coloro ai quali si rivolge”. Nel corso della sua omelia il vescovo Gualtiero ha ricordato che “la comunione, frutto e condizione della Pentecoste, è il presupposto della missione apostolica affidata dal Risorto a Simon Pietro sulla riva del mare di Tiberiade, là dove l’aveva tratto all’amo come ‘pescatore di uomini’. Che il Signore sia vivo, non solo ‘corporalmente’ ma anche ‘sentimentalmente’, lo rivela il dialogo che Egli stabilisce con Simone. Per due volte gli chiede quanto lo ami, mentre la terza, domandandogli se gli voglia bene, il Risorto non abbassa il livello della sua richiesta ma lo innalza. La risposta di Simone fa appello al Maestro, che ‘scruta i sentimenti e i pensieri del cuore’: ‘Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene’. Nessuno può osare dire per intero questa frase: riusciremo a farlo se ci sosterremo a vicenda nella carità. Lo chiedo anzitutto a voi, ministri ordinati, a cui rivolgo il mio sguardo benedicente”.

Nel concludere mons. Sigismondi ha affermato di accogliere con cuore libero e ardente quanto raccomandato da papa Francesco nella bolla di nomina, amando la sua nuova Chiesa con viscere di misericordia, benignità e umiltà: “la Vergine Maria, San Giuseppe suo Sposo, San Fortunato e la Beata Madre Speranza di Gesù mi ottengano dal ‘Pastore dei pastori’ di perseverare in questo santo proposito, fino alla fine”.