Tratto dal settimanale regionale "la Voce" del 24 giugno 2022

Corpus Domini. Orvieto, la celebrazione presieduta dal Cardinale Mario Grech

di Don Marco Pagnotta

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La risposta è tra gli ultimi

Dopo due anni di attesa, che vogliamo leggere come un tempo di maturazione e di consapevolezza che nulla può essere dato per scontato, ma che tutto va vissuto nell’attesa e nell’ottica della gratitudine, siamo tornati a celebrare la solennità del Corpus Domini in tutta la sua bellezza.
L’invito a presiedere l’eucaristia delle ore 9 è stato accolto dal Cardinale Mario Grech, segretario del Sinodo voluto da Papa Francesco.

Nell’omelia, pronunciata a braccio e improntata sull’episodio della moltiplicazione dei pani, il Cardinale ha ricordato che tutto il popolo di Dio ha ancora tanti passi da fare, che il cammino è ancora lungo. La comunità più stretta intorno a Gesù, per non dire i “pastori”, hanno ascoltato il grido del popolo di Dio
che aveva fame ma poi hanno chiesto a Gesù di congedarli. Un grido che trova i pastori impreparati.

Il Vangelo di Giovanni narra di un bambino che aveva cinque pani e due pesci, una cosa piccola, ma quel piccolo ha fatto la differenza. Quindi non sono i grandi, gli abbienti, che fanno la differenza nella vita, molte volte sono i più piccoli, gli ultimi che “fanno” i miracoli.
L’augurio è quello che i pastori di allora lo abbiano capito e che lo capiscano anche i pastori di oggi, perché anche oggi il popolo di Dio grida, ha bisogni materiali ma soprattutto spirituali. Ci troviamo di fronte a domande inedite e non sempre abbiamo risposte. Allora mandiamo via la gente?

Il Signore, ancora oggi, ci invita a fare quello stesso salto nella fede perché spesso proprio in mezzo ai più poveri, agli ultimi si trova un contributo ai quesiti inediti dell’uomo contemporaneo. Proprio per
questo motivo tutta la Chiesa è impegnata in un cammino sinodale e la prima fase del Sinodo è proprio l’ascolto. Papa Francesco afferma che i pastori hanno un debito di ascolto verso il popolo santo di Dio, perché anche coloro che sono ritenuti i lontani possono aiutarci a trovare risposte. Molti
hanno domande sensate e stanno aspettando una risposta dalla Chiesa, dallo Spirito Santo, ma sta a noi discernere cosa vuole dirci lo Spirito di Dio. Dobbiamo essere presenti nel mondo di oggi, dobbiamo spezzare come pane eucaristico tutto quello che abbiamo e che siamo per gli altri, cercando di aiutare l’uomo a non perdere coraggio e speranza nel continuare insieme il cammino.


I 4 venti che guidano il cammino sinodale

Nel saluto di accoglienza al Card. Grech, il Vescovo Gualtiero, ha ricordato un’espressione di Papa
Francesco nella sua visita a Malta.
Nell’antica cartografia la rosa dei venti era collocata proprio a ridosso dell’isola di Malta. Prendendo in
prestito questo pensiero del Papa, il Vescovo ha delineato quattro influssi essenziali nel cammino sinodale, quattro venti che lo guidano: il vento che soffia da Est è la brezza di levante dello Spirito santo; il vento che soffia da Nord è quello impetuoso di tramontana dei segni dei tempi; il vento che soffia da Sud è quello gagliardo del popolo di Dio; il vento che spira da Ovest è quello di ponente dei pastori su cui grava il peso di grazia della sintesi.


(Foto di Maria Assunta Pioli)